Citata nelle bolle dei papi quale sede vescovile nell’XI sec., nel Xli fu ridotta a semplice chiesa recettizia, dipendente dagli arcivescovi baresi, feudatari del paese.
Andata distrutta, fu restaurata una prima volta nel 1347 dall’arcivescovo Bartolomeo Carafa e, in seguito, nel 1518, a spese del Capitolo e grazie anche al contributo finanziario della regina Bona Sforza.
Per breve tempo nel XIX sec. (1854-1868) fu anche Collegiata.
Nella sua struttura odierna venne eretta, ampliandola, dal 1604 al 1626, anno di consacrazione riportato sulla lapide del prospetto, su progetto dell’architetto Bartolomeo Amendola di Monopoli.
La copertura del tetto venne completata solo nel 1698, data incisa nel timpano di facciata.
Il campanile, per la cui costruzione occorsero 11 anni (1604-1615), ricalca il romanico-pugliese della cattedrale di Bari e di Palo del Colle.
Preceduta da un ampio sagrato, la facciata in pietra calcarea, scandita verticalmente da lesene e divisa in due ordini da cornicione mistilineo, si ispira allo stile del Tardo Rinascimento.
Di notevole pregio artistico è il portale rettangolare, definito da stipiti scanalati e da colonne corinzie con testine d’angeli. Il suo architrave è riccamente ornato da una fascia di fregi a motivi vegetali (foglie, grappoli, spighe) e di grifi affrontati, ai lati dello stemma comunale. Immediatamente al di sotto è un cartiglio inciso con AVE MARIA GRATIA PLENA.
Sull’aggettante trabeazione, decorata da grani, rosette e mensoline, sono disposte due sculture in pietra a tutto tondo: ai due lati, la Vergine Maria inginocchiata e l’Arcangelo Gabriele nunziante con giglio, restaurate nel 1717.
In alto, al centro, l’altorilievo dello Spirito Santo, in forma di colomba raggiata. Nel secondo ordine si aprono tre finestre: la centrale, ampia e rettangolare è incorniciata da piIastrini e balaustre, le due laterali, più piccole e curvilinee, sono sguanciate.