Le tradizioni gastronomiche di Modugno rientrano in quelle tipiche della Puglia centrale e prendono origine principalmente dalla rielaborazione dei prodotti tipici dell’agricoltura locale.

La coltura principale nel territorio modugnese è senza dubbio l’ulivo, ma non mancano mandorli, alberi da frutta e coltivazioni orticole.

I prodotti della terra, esposti per secoli con orgoglio nella tradizionale Fiera del Crocifisso, sono quindi alla base della gastronomia locale, come dimostra il caso del calzone di cipolla, a cui è dedicata un’apposita sagra. Molti piatti sono a base di legumi (fave, ceci neri soprattutto) mescolati con la pasta o con altre verdure, tra gli ortaggi i più impiegati sono cavoli e rape, ma non mancano piatti come la parmigiana di melanzane.

I dolci, associati dalla tradizione alle festività maggiori (Natale, Pasqua, Carnevale) rientrano anch’essi nelle tipologie note in altri centri del barese, a cominciare dal capoluogo.

A Natale sulla tavola non possono mancare castagnedde, mostaccioli e bocconotti, in cui l’elemento ricorrente è la pasta di mandorle, o le cartellate , i tipici dolci pugliesi fatti con una sfoglia sottile di pasta arrotolata fritta o passata al forno e in seguito condita con il miele o il vincotto. Le scarcelle, dolci di pasta frolla glassata e decorata che possono assumere forme diverse, insieme ai taralli dolci sono tipiche delle festività pasquali.

Le chiacchiere, sfoglie leggere e croccanti cosparse di zucchero a velo, sono i dolci tipici di Carnevale a Modugno come in molti centri pugliesi ed extraregionali.

Sagra del Calzone

La Sagra del calzone è un evento che accompagna la festa di S. Giuseppe. Pur essendo di istituzione abbastanza recente vuole ricordare un evento particolare e non propriamente felice della storia modugnese, l’assedio che la città subì nel 1799 da parte delle truppe borboniche.

La cittadinanza infatti, sensibile alle nuove idee di libertà propugnate dalla Rivoluzione francese, aveva aderito alla repubblica partenopea e la repressione militare delle forze mnarchiche non aveva tardato a colpire il paese.

La tradizione racconta che il 10 marzo, nonostante le manifeste condizioni di inferiorità rispetto alle truppe borboniche, i modugnesi riuscirono a respingere l’attacco, grazie anche all’aiuto della Madonna Addolorata apparsa miracolosamente a dar forza agli assediati.

Agli assalitori non rimase che ritirarsi nelle campagne che circondavano le mura dando sfogo alla loro rabbia con il depredare i campi di verdure e ortaggi (in particolare cipolle e rape) con cui cibarsi, utilizzando per la cottura i fuochi accesi lungo il perimetro delle mura.

Per questo ancora oggi in piazza Sedile, accanto al grande falò acceso in onore di S. Giuseppe, la gente mangia le rape abbrustolite sul fuoco e il calzone di cipolla.