Il primo patrono di Modugno fu San Pietro martire, frate domenicano vissuto nel XIII secolo e noto per la sua lotta contro l’eresia manichea, che gli costò la vita. Nel XV secolo, con la venuta a Modugno dei Domenicani, il suo culto si diffuse dei Domenicani. Il 29 aprile, giorno della sua commemorazione liturgica, venivano benedetti rami d’olivo. Oggi i Santi Patroni di Modugno sono Nicola da Tolentino e Rocco di Montpellier, rispettivamente patrono e protettore della città, in cui è molto sentito anche il culto mariano.

 

Il culto mariano

Il culto mariano a Modugno è particolarmente sentito, come dimostrano le tante chiese dedicate alla Madonna che vi sono presenti: S. Maria di Modugno, SS.ma Maria Annunziata, S. Maria della Croce, Assunta, S. Maria dei Martiri, Immacolata, S. Maria delle Grazie, S. Maria del Carmine. Anche nelle edicole sacre sparse tra i vicoli e gli archi del centro storico le immagini di Maria vergine sono numerose, oggetto di culto e di una venerazione tuttora molto sentita. Nel XVII secolo in particolare si rafforzò il culto della Madonna Addolorata, a cui gli abitanti di Modugno dedicarono la chiesa della Madonna dello Spasimo, come ringraziamento per lo scampato pericolo in occasione della pestilenza del 1656. Da quel momento in poi nei giorni festivi la popolazione cominciò a recitare la corona dei sette dolori ed i bambini venivano vestiti di nero ed educati alla sua venerazione. La definitiva affermazione della sua devozione si ebbe nel periodo della repubblica partenopea, nel 1799, quando sul tetto di un palazzo fu segnalata l’apparizione di una figura biancovestita che si ritenne essere la Vergine dell’Addolorata, proclamata poi Patrona di Modugno nel 1876. La sua festa è stata sempre celebrata solennemente addobbando balconi e vie del paese con drappi, fiori e luci.

 

I Santi Patroni S. Rocco e San Nicola da Tolentino

S. Rocco di Montpellier è il Santo Protettore di Modugno, invocato durante la peste del 1522 e oggetto di culto successivamente per l’intervento miracoloso per fermare il morbo. Dopo di allora S. Rocco, a cui fu dedicata una statua lignea, fu considerato patrono minore della città. Nel 1907 la scultura fu collocata nella cappella della Chiesa Matrice che porta il suo nome. A lui è dedicata una festa popolare che si svolge nell’ultima domenica di settembre, preceduta da processioni nei giorni precedenti. In occasione della festività le strade vengono addobbate con le luminarie e si eseguono concerti con le bande locali. La festa, secondo le migliori tradizioni, si chiude con uno spettacolo di fuochi pirotecnici. Il lunedì successivo si festeggia l’altro Patrono, S. Nicola da Tolentino, che la tradizione vuole concepito a Modugno, durante una sosta fatta dai suoi genitori che si erano recati, in pellegrinaggio sulla tomba di S. Nicola di Bari, per chiedere la grazia della nascita di un figlio. Invocato anche lui durante la peste del 1656 insieme alla Madonna Addolorata, l’anno successivo fu proclamato ufficialmente Patrono della città. Dal 1952 i festeggiamenti per i due Santi Patroni sono stati riuniti in un’unica occasione, durante la quale si svolge la processione di S. Nicola da Tolentino per le vie della città fino a Piazza Sedile, dove la statua del Santo viene collocata sul palco dell’orchestra ed il Sindaco, a nome dell’intera cittadinanza, gli consegna le chiavi della città.

 

Festa di S. Antonio

Negli ultimi anni sta assumendo sempre più importanza la festa dedicata a S. Antonio da Padova, con una serie di celebrazioni nella chiesa di S. Antonio che hanno inizio tredici giorni prima per culminare poi nella ricorrenza del 12 giugno, che prevede la benedizione dei pani, secondo il rito caro ai padri francescani che prende origine dall’antica usanza di distribuire gratuitamente il pane ai poveri nel giorno di S. Antonio (13 giugno). Successivamente l’immagine del Santo viene portata dalla chiesa di S. Antonio nella Chiesa Matrice, poi di qui alla chiesa padronale di S. Anna ed infine al tempietto allestito in Piazza Sedile.Il giorno successivo

ha luogo la processione con il quadro del Santo per le vie più importanti della città. La tradizione vuole che in occasione di questa festività ci siano eventi musicali di carattere popolare, con concerti bandistici prestigiosi, il

tutto culminante con il lancio di un pallone aerostatico e con gare pirotecniche.

 

La Fiera del Crocifisso

La Fiera del Crocifisso è uno degli eventi ricorrenti più importanti di Modugno, tanto nota da aver travalicato i confini cittadini e da attirare ancora oggi visitatori dai dintorni.

Nel tempo la manifestazione ha subito dei mutamenti, ampliando l’esposizione e i settori merceologici dei prodotti in vendita. In origine infatti la fiera aveva un carattere essenzialmente agricolo e l’esposizione e la vendita riguardavano il bestiame e i prodotti agricoli.

Nel tempo però a questo settore si è affiancato quello artigianale, con la presenza sulle bancarelle di oggetti per la case e attrezzi agricoli in legno, rame, ferro, canapa; successivamente sono comparsi piante ed arbusti da vivaio, prodotti di abbigliamento e generi alimentari, fino a offrire un campionario di quasi tutti i generi di merce abitualmente in commercio.

Ai nostri giorni l’evento è accompagnato anche da mostre, spettacoli e manifestazioni culturali.

In base a quanto tramandato la fiera è stata istituita nel 1622, quando un fulmine caduto all’interno della Chiesa Madre uccise alcuni sacerdoti e bruciò l’asta del Crocifisso risparmiando miracolosamente il corpo del Cristo.

In onore di questo evento prodigioso la comunità modugnese decise di istituire una fiera da svolgersi annualmente dalla seconda alla terza decade di novembre.

A rafforzare l’attaccamento dei modugnesi alla manifestazione contribuì la fine della pestilenza del 1656, avvenuta proprio in coincidenza della vigilia della fiera del Crocifisso. Ancora oggi l’evento è particolarmente caro alla cittadinanza.

 

Festa di S. Giuseppe

La festa di S. Giuseppe, come molte feste della tradizione cristiana, riassume in sè elementi antichissimi di origine precristiana.

Ricorrendo in coincidenza con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera si sovrappone alle antiche feste pagane che celebravano la rinascita della vita e della luce nei campi dopo il buio dell’inverno. Il fuoco dei falò accesi oggi in onore del Santo nei rituali pagani simboleggiavano la luce che sconfigge il buio.

Nel rito cristiano invece i falò vogliono ricordare il momento in cui San Giuseppe, per riscaldare il Bambinello, pose del fuoco nel mantello senza bruciarlo.

La festa ha un suo rituale che prevede la raccolta della legna da ardere il giorno precedente e l’accensione di “fanove, focare e focaredde” il 19 marzo agli angoli delle piazze del paese.

Il fuoco viene appiccato alle grandi cataste di legna e la gente si raduna per vedere i falò. La tradizione voleva che in questa occasione si mangiassero quelli che oggi definiamo “cibi da strada” come “le cicere a la rena” (ceci abbrustoliti) e le rape arrostite sui falò o i taralli.

Un’altra tradizione alimentare legata a questa festa è quella del calzone di cipolla, a cui negli ultimi anni Modugno dedica una sagra abbinata alla festa di S. Giuseppe.